lunedì 24 febbraio 2014

Il bucato dell'anima.

A volte l'anima si mette a fare un grande bucato di pensieri
Si riempie d'acqua saponata, simile a una bacinella, e lava tutto a mano, perché i pensieri sono capi delicati.



Domande marcescenti, e risposte da stendere. Rilavaggi continui dei pensieri, quelli più ostinati trattati a 90 gradi. Visioni piene di macchie. Risciacqui vigorosi. Generose dosi di ammorbidente. Sfregamenti di idea contro idea. Teorie sulla vita lasciate in ammollo. 




L'anima trascorre giorni e giorni a lavare i pensieri. Si sente sola, e stanca, coi pensieri sempre sporchi
A volte intravede il mondo riflesso sulla superficie dell'acqua, ma è un'idea lontana, liquida. Là fuori, in quel mondo, nuotano tutti, quello a farfalla, babyP coi braccioli, quell'altro ancora a dorso con gli occhi spalancati al cielo. Si divertono, spruzzano acqua dal cuore, e fluiscono dentro la vita.

L'anima vorrebbe esondare, gonfiare di felicità, ma non ci riesce; non può, i pensieri la trattengono dentro quell'acqua stagnante.
Deve imparare a ristagnare. A rassegnarsi alla sua forma quando non sa essere null'altro che una bacinella di plastica.



Poi, a un certo punto, arriva la vita - con le ciabatte e lo scopettone, impaziente di sciogliere i pensieri - e getta in strada quell'acqua stagnante. 

Fluisce di nuovo. 







giovedì 13 febbraio 2014

L'amore è una visione.

L'amore procede per visione.
L'amore, spiegava Platone, è un flusso - un desiderio di bellezza - che colpisce gli occhi e, attraverso questi, può arrivare all'anima.

L'amore per babyP è nato dalla contemplazione di uno zainetto a forma di tartaruga.
E poi?
Non vede occhi pieni di malia
o una stanza piena di giocattoli
o un futuro opaco.
BabyP non vede i particolari di quell'amore. 


BabyP e il bambino con lo zainetto a forma di tartaruga s'incontrano, ai giardini o all'asilo o per strada, tra una Panda parcheggiata e un cassonetto della spazzatura. La scenografia è superflua - un tavolo a lume di candela o Parigi o un tramonto davanti al mare -, loro non stanno recitando.




Non si abituano

Si annusano e si leccano la faccia.
Non provano vergogna; sanno di orsetto gommoso e pizza coi würstel. 

Non pensano al ciclo dell'amore che, come una lampadina, si accende, spande luce e poi si fulmina. Non sanno che dentro la luce esiste la possibilità del buio.
I loro occhi sono sempre luccicanti.





Si esprimono così: voglio giocare con te all'indiano, vieni a mangiare il biscotto con me, andiamo via. Affermano, non prendono tempo - non usano mai l'avverbio "domani"-. 
Sono parole che non fanno male, e neppure bene: sono parole che portano da qualche parte. Accanto.

Non si mostrano migliori di quello che sono; non si esibiscono
Lui le chiede chi sei, e lei risponde sono io. Non ha un cognome né un indirizzo né una professione. 

Uno sull'altalena, l'altra sullo scivolo, uno disegna il mare, l'altra scarabocchia leoni, uno fa la pipì dietro un albero, l'altra si soffia il naso. 
Sono fiduciosi; non si controllano. Hanno in mano una libertà felice.




L'amore per babyP è uno zainetto a forma di tartaruga, così leggero da poter essere messo in spalla anche all'anima.