giovedì 2 maggio 2013

L'ermeneutica degli incontri.

Invento mille verità, per babyP.


Quella sui numeri pari, sui calzini spaiati, sui colori alternati del semaforo. 
Quella sulle polpette di lenticchie, sul grazie e sul prego, sulla tivù sempre spenta. 


Invento mille verità perché vorrei che babyP capisse tutto quello che bisogna capire, 
il desiderio di essere e di sapere,
quello che io cerco di capire ogni giorno. 

Io non ho incontrato santoni, guru, sciamani, chiromanti, alchimisti, veggenti.
Ho solo dato una manciata d'esami di filosofia. E ho afferrato qualcosa qua e là.
Per esempio, che non è possibile un giorno voler capire, e l'altro no, come se si trattasse di un accessorio della vita.




Vivere è comprendere, 
interpretare
incrociare le voci e gli sguardi degli altri, con tutto il nostro bagaglio di pregiudizi, di ossessioni, di fallimenti. 

Ho incontrato, fresca di laurea, il valvassino del valvassore del vassallo di un feudatario di un importante premio letterario. 
Il valvassino aveva un viso largo e piatto, quasi bidimensionale, senza naso né ciglia né labbra. 
Mi fece accomodare in bilico sulla sedia, appallottolò il mio curriculum vitae, non mi chiese dei miei studi, delle mie capacità, dei miei sogni. 
Dalla bocca senza labbra del valvassino uscirono parole, anch'esse senza profondità: "Stage. Non retribuito. Grande prestigio. Senza orario. Ragazzetta di buona famiglia. Trottare. 110 in facoltà del tubo. Darsi da fare, non pensare. Ma che contratto, che stipendio: si tratta di prestigio. Fotocopie, fronte e retro. Muovere il sedere. Portare il caffè. Magari al valvassore."
Io ripensai a quando avevo vinto il torneo di biliardino organizzato in spiaggia. 
Avevo sei anni, e giocavo in piedi su una sedia, non rullavo e non facevo autogol; seguivo le regole del gioco, insomma, nonostante fossi una mocciosa. Ed era di grande prestigio vincere lì, al torneo dei bagni Santa Teresa: segnai il gol decisivo, i bambini più grandi iniziarono a rispettarmi e vinsi una coppa del nonno. 
Ero fatta della stessa sostanza dei miei sogni.




Ho incontrato una collega con delle occhiaie profondissime, come la Magnani, per la quale insegnare non era solo trasmettere nozioni e date ma mostrare: l'agorà coi banchetti del pesce e le statue degli dei, la voce di Ungaretti che recita il suo smarrimento, la puzza delle trincee.
Lei sistemava sulla cattedra una pila di libri e altri oggetti, e gli studenti passavano l'ora con la testa sghemba per vedere che cosa si portasse dietro la professoressa. Poi, alla fine dell'ora, smantellava la torretta, e non erano libri di scuola, ma racconti di Wallace, una canotta a righe di H&M ancora col cartellino del prezzo, liste della spesa, i romanzi corali dei Wu Ming, una bolletta del gas, un cd dei Baustelle, bigliettini di appunti, foto di lei in spiaggia con suo figlio che faceva le smorfie, alcuni film di Hitchcock e un cinepanettone, un sacchetto unto di focaccia.
La professoressa era un essere umano, tutto qua, fu la straordinaria rivelazione per i suoi studenti.





Ho incontrato un uomo che non era pronto, che stava sempre due passi dietro di me. 
Non era pronto, per esempio, a guardare insieme a me appartamenti di cinquanta metri quadri da affittare, coi copriletti di pizzo di Cantù e i lucernari aperti sulle stelle.
Io non tolleravo questo starmi dietro, proprio io che cercavo di anticipare sempre le mosse della vita, per difendermi.
Poi è successo che non sono stata pronta io, che ho fatto dieci balzi all'indietro, e lui mi ha aspettato.
E ora nella vita gioco, insieme a lui, a regina, reginella quanti passi devo fare per arrivare al tuo castello: tre passi da elefante, uno da gambero, sei da formica.






Ecco cos'è la vita: un ronzio di voci - limpide, ruffiane, schiette, bugiarde - in cui fondersi e confondersi per tracciare il proprio orizzonte di verità, là dove il cielo sembra toccare il mare.












2 commenti:

  1. Se al liceo avessi avuto una prof. Di filosofia come te, ora io e lei (la filosofia) non saremmo così lontane.....è invece mi è toccato un prete che la filosofia c'è la faceva studiare a memoria e quindi odiare profondamente. Però i tuoi meravigliosi post mi fanno venir voglia di riaprire qualche libro;-))

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