mercoledì 6 febbraio 2013

"I limiti del mio linguaggio sono i limiti del mio mondo".

Wittgenstein si propone di analizzare il linguaggio allo scopo d'individuare le condizioni che lo rendono dotato di significato. 
Il suo discorso è molto complesso perché parla di linguaggio logico-formale, l'unico in grado di rispecchiare la struttura logica dei fatti del mondo.

Poi apre una breccia in questo scenario di freddi logicismi:



Il mio linguaggio, se corretto, descrive la realtà, la raffigura, la dipinge.

Il linguaggio di babyP non è un insieme sconnesso di parole mal pronunciate, ma è dunque la fotografia della sua realtà.
Lei parla molto di cuori, fiori e stelle (da qualche giorno anche di sushi, birra, orecchini e zucchero, a dire il vero). E raffigura un mondo oggettivo, esistente, vivo.

Se parla di righe è perché le vede ovunque: 
sui vestiti, sulle presine, sui pigiami,
sui piatti. 
Tra le righe, babyP scorge il mondo. 


Se parla di fiori è perché sono sbocciati sotto ai portici,
come promessa di primavera.


Se parla di stelle si riferisce a se stessa.



Il suo linguaggio passerebbe qualunque verifica degli analisti in quanto scevro di entità fantastiche, metafisiche, illusorie.

Persino Wittgenstein, dopo la pubblicazione del Tractatus, si dedicò all'insegnamento ai bambini delle elementari e, attraverso le loro parole sgangherate, capì di non essere giunto a una teoria definitiva sul linguaggio. 
Mettendo tra parentesi la ricerca sul linguaggio logico, si rese conto di quanto fosse importante quello quotidiano in quanto permetteva la socialità, dall'amore alla politica, sino al semplice gioco tra bambini.


Il linguaggio degli adulti è, invece, tutto una stramberia. Non vogliono significare il mondo, forse perché ne hanno paura.
Vagheggiano di coscienza, armonia, libertà, destino, essenza, verità, affinità, speranza.

Cercano in una stanza buia un oggetto nero, e l'oggetto non esiste.

Per esempio: 
"Sento un amore essenziale per te, ma il destino ci è avverso. Quando la mia coscienza non sarà più scissa, godremo della libertà ritrovata."
Dal punto di vista di un linguaggio rigoroso e significante sarebbe più convincente:
"Mi piaci molto. Hai un bel sorriso, ridi spesso, e hai le caviglie sottili. Purtroppo sono sposato, ops, mi ero scordato di dirtelo? Ora sono un po' incasinato perché mia moglie ha scoperto che chattavamo all'una di notte. Se riesco a farle credere che parlavamo di  bioetica, possiamo rivederci".

Wittgenstein parlava di "perversione" delle espressioni metafisiche: non poteva immaginare che ci fosse qualcosa di ancora più aberrante.


Vale anche la versione negativa ("E' una brutta persona").
Tale espressione rasenta il nichilismo espressivo.
#sapevatelo



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