Oggi sono tornata a lavorare, modello di professoressa precaria: spezzone orario, paese di provincia distante 50 chilometri da casa, spostamenti azzardati con mezzi alternativi alla macchina. E, dulcis in fundo, inizio della scuola anticipato di una settimana: ho afferrato il registro intonso e mi sono calata nei panni della professoressa, quando pensavo di dover solo dare un'occhiata in giro.
Mi sono sentita subito a mio agio, forse mi mancava sedermi sulla cattedra, fare lo sforzo mnemonico d'imparare un centinaio di nomi fin dal primo giorno, far rispettare la lista d'attesa per il bagno, chiedere a che ora suona l'intervallo (e quanto dura), sentirmi dire "sembra simpatica, prof... ma dà le insufficienze? ha mai bocciato qualcuno? ci porta in gita?". E cose così, che si fanno il primo giorno, quando pensavi di essere ancora in vacanza.
Ho trascorso quasi un anno - intenso - dedicandolo a mia figlia, e ora mi ritrovo questi 16-18enni che i versi degli animali li conoscono già ma hanno un inconsapevole, disperato bisogno di sapere che Eraclito morì divorato dai cani dopo essersi cosparso di letame e che Napoleone amò fino all'ultimo solo la sua Josèphine ("Francia, esercito, Josèphine").
Ce la farò, e pure babyP ce la farà, vestita a pois e righe e quadretti dal padre e poi intrattenuta dalla nonna.
Ma io e babyP ce la faremo insieme? E cosa faremo? Sarò più stanca dopo aver spiegato 15 volte il sistema hegeliano? Ed essermi svegliata alle 5, e aver pensato a cosa cucinare sul treno, e aver sopportato l'inquinamento acustico del collegio docenti?
Le madri tornano a lavorare, e sono pure felici, ma arrivano a casa e si annichiliscono di fronte al figlio che le aspetta saltellando, battendo le mani, urlando "COSA FACCIAMO, COSA FACCIAMO?". Le madri vorrebbero stravaccarsi sul divano per due ore, e poi uscire con le amiche per un aperitivo, ma poi leggono in quel baillame l'amore, e si mettono a saltellare, battere le mani, e fare, fare.
Le madri tornano a lavorare, e sono pure felici, ma arrivano a casa e si annichiliscono di fronte al figlio che le aspetta saltellando, battendo le mani, urlando "COSA FACCIAMO, COSA FACCIAMO?". Le madri vorrebbero stravaccarsi sul divano per due ore, e poi uscire con le amiche per un aperitivo, ma poi leggono in quel baillame l'amore, e si mettono a saltellare, battere le mani, e fare, fare.
Io mi affanno, strafaccio, pianifico. Ma, a volte, non ci sono davvero per lei.
Questo blog è per imparare a fare di meno, ed esserci di più. A usare l'immaginazione. A meravigliarci come fanno i veri filosofi e i bambini.
Gli uomini hanno cominciato a filosofare, ora come in origine, a causa della meraviglia. (Aristotele, Metafisica)
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