sabato 8 settembre 2012

Cosa facciamo?

Oggi sono tornata a lavorare, modello di professoressa precaria: spezzone orario, paese di provincia distante 50 chilometri da casa, spostamenti azzardati con mezzi alternativi alla macchina. E, dulcis in fundo, inizio della scuola anticipato di una settimana: ho afferrato il registro intonso e mi sono calata nei panni della professoressa, quando pensavo di dover solo dare un'occhiata in giro.
Mi sono sentita subito a mio agio, forse mi mancava sedermi sulla cattedra, fare lo sforzo mnemonico d'imparare un centinaio di nomi fin dal primo giorno, far rispettare la lista d'attesa per il bagno, chiedere a che ora suona l'intervallo (e quanto dura), sentirmi dire "sembra simpatica, prof... ma dà le insufficienze? ha mai bocciato qualcuno? ci porta in gita?". E cose così, che si fanno il primo giorno, quando pensavi di essere ancora in vacanza.

Ho trascorso quasi un anno - intenso - dedicandolo a mia figlia, e ora mi ritrovo questi 16-18enni che i versi degli animali li conoscono già ma hanno un inconsapevole, disperato bisogno di sapere che Eraclito morì divorato dai cani dopo essersi cosparso di letame e che Napoleone amò fino all'ultimo solo la sua Josèphine ("Francia, esercito, Josèphine").
Ce la farò, e pure babyP ce la farà, vestita a pois e righe e quadretti dal padre e poi intrattenuta dalla nonna. 
Ma io e babyP ce la faremo insieme? E cosa faremo? Sarò più stanca dopo aver spiegato 15 volte il sistema hegeliano? Ed essermi svegliata alle 5, e aver pensato a cosa cucinare sul treno, e aver sopportato l'inquinamento acustico del collegio docenti? 

Le madri tornano a lavorare, e sono pure felici, ma arrivano a casa e si annichiliscono di fronte al figlio che le aspetta saltellando, battendo le mani, urlando "COSA FACCIAMO, COSA FACCIAMO?". Le madri vorrebbero stravaccarsi sul divano per due ore, e poi uscire con le amiche per un aperitivo, ma poi leggono in quel baillame l'amore, e si mettono a saltellare, battere le mani, e fare, fare. 

Io mi affanno, strafaccio, pianifico. Ma, a volte, non ci sono davvero per lei. 
Questo blog è per imparare a fare di meno, ed esserci di più. A usare l'immaginazione. A meravigliarci come fanno i veri filosofi e i bambini.

Gli uomini hanno cominciato a filosofare, ora come in origine, a causa della meraviglia. (Aristotele, Metafisica)

Oggi spiego a mia figlia quant'è difficile fare la prof, a cominciare dall'appiccicare le etichette sul registro. Meno male che ci sono le istruzioni, da seguire pedissequamente, soprattutto per creare il "cavalierino (segnacolo)".


BabyP riesce ad attaccare le etichette senza leggere le istruzioni, a differenza dei professori.

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